Nel 1955 Maurizio Romani nasce a Roteglia di Castellarano (RE). La sua prima personale risale al 1986. Gli anni novanta sono molto fertili ed i contatti culturali si moltiplicano, Romani incontra critici come Mario De Micheli, Federico Zeri e Dario Micacchi. Conoscere profondamente il mondo vivace dell'arte contemporanea conduce la sua poetica in un percorso che si snoda tra diversi generi e tecniche, dal sacro al ritratto, fino alla tecnica incisoria, per arrivare all'approdo degli ultimi anni, alla natura morta, che viene apprezzata da un vasto pubblico. Randall Morgan, a cui lo lega una profonda amicizia, lo stimolerà ad evolvere la natura morta nella direzione di un realismo giocato sulla ricerca di una nuova luce tersa, ottica capace di denudare la realtà spogliandola di ogni orpello e rivelandola nei più intimi particolari. Al 1996 risalgono una importante personale ad Urbino curata da Silvia Cuppini e Liana Bortolon ed esposizioni permanenti a Parigi e Nizza. Nasce poi una felice collaborazione con il critico Floriano De Santi che genera una nuova vitalità produttiva e la realizzazione di importanti eventi, anche collettivi, d'arte contemporanea. Tra questi ricordiamo a Castellarano nel 2002 "L'Inconscia metafora dell'acqua", una rassegna dedicata ai più interessanti esiti del figurativo dal dopoguerra. |